Declino e modernizzazione dell'Impero ottomano

Voce principale: Impero ottomano.

A partire dalla fine del XVIII secolo, l'Impero ottomano affrontò la sfida di difendersi dall'invasione straniera e dall'occupazione. In risposta alle minacce straniere, l'impero iniziò un periodo di forte riforma interna che divenne noto come il Tanzimat, riforma che riuscì a rafforzare significativamente lo stato centrale ottomano, nonostante la precaria posizione internazionale dell'impero. Nel corso del diciannovesimo secolo, lo stato ottomano divenne gradualmente più potente e organizzato, esercitando un maggior grado di influenza sulla sua popolazione rispetto a qualsiasi epoca precedente.[1] Il processo di riforma e modernizzazione dell'impero iniziò con la dichiarazione del Nizam-I Cedid (Nuovo Ordine) durante il regno del Sultano Selim III che fu punteggiato da numerosi decreti di riforma, come l'Hatt-ı Şerif di Gülhane nel 1839 e l'Hatt-ı Hümayun nel 1856. Alla fine di questa epoca, che solitamente si identifica con la data del 1908, in una certa misura l'esercito ottomano era divenuto modernizzato e professionista secondo il modello degli eserciti dell'Europa occidentale. Nonostante questa epoca di forte evoluzione e trasformazione, a questo seguì la sconfitta e lo scioglimento dell'Impero ottomano (1908-1922).

  1. ^ Donald Quataert, The Age of Reforms, 1812-1914, in İnalcık (a cura di), An Economic and Social History of the Ottoman Empire, 1300-1914, vol. 2, Cambridge University Press, 1994, p. 762, ISBN 0-521-57456-0.

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